Insegnare, oggi. Insegnare, come. Questo articolo non pretende di svelare i segreti della Didattica. Non esistono segreti universali. Ciò che ci si propone è essenzialmente offrire alcuni spunti di riflessione a quanti stanno cercando le chiavi per entrare in empatia con i propri studenti, dando loro gli strumenti per imparare. Non ci si prefigge dunque l'ardua impresa, nonché vana, di dettare ex cathedra le regole del buon insegnante. Non esiste IL BUON INSEGNANTE, ma possono esistere degli insegnanti aperti e lungimiranti, che intendano costruire una relazione, prima ancora che strutturare una lezione.
Detto questo, chi insegna pensi al momento in cui il primo giorno di scuola ci si trova di fronte a 25-30 visini e al doppio di occhi, tutti puntati su di sé. Si è al momento dell'analisi, della scansione dell'insegnante. Il primo giorno di scuola ci si gioca un buon 70% dell'andamento dell'intero anno scolastico. Gli studentoi vogliono a tutti i costi capire chi hanno di fronte, che tipo è, se devono temerlo o se invece possono pensare di fare ciò che vogliono durante le sue ore.
Atteggiamento fermo. Sorriso a fior di labbra. Bastone e carota. L'antico e popolare binomio che vede un randello (simbolo della severità e della disciplina), accostato all'ortaggio di colore arancione (tanto amato e altrettanto agognato dalle bestie da soma), non sbaglia mai. Ammonizione e sdrammatizzazione. Severità e flessibilità. Durezza, solo quando serve, e comprensione. Serietà e capacità di sorridere insieme a loro. Insomma, la Didattica, come qualsiasi altra cosa che si basa su di una relazione, deve essere improntata sull'equilibrio tra un atteggiamento fermo e serio ed uno tendente al faceto e alla flessibilità. Gli studenti devono capire che possono fidarsi dell'insegnante. Devono stimarlo e non solo per le cose che sa, ma anche per ciò che fa. L'insegnante deve costituire un modello, un punto di riferimento in una società che di punti fissi ne ha sempre meno. Nella struttura spesso magmatica delle famiglie moderne, la scuola deve rappresentare un porto sicuro.
Per chi insegna, è fondamentale essere al corrente di tutto ciò che è attuale e interessante, in qualsiasi ambito. Bisogna saper parlare di tutto, perché i ragazzi sono interessati a tutto. Sono curiosi. Sì, proprio così, riescono ancora ad esserlo e non si stancano mai di chiedere, apprendere, stupirsi. Necessaria si rende, dunque, l'estrema versatilità intellettuale del docente. Come fondamentale è la sua capacità di ammettere le proprie eventuali sviste o mancanze. Gli studenti lo apprezzeranno. Se si instaura una relazione di fiducia e di stima, reciproca, sarà facile e soddisfacente fare lezione.
Bell'articolo. Condivido pienamente. Gli insegnanti che si rifiutano di stare a passo con la tecnologia non dovrebbero stare a scuola. Se gli alunni usano facebook o il pc in generale, perchè non trasmettere loro le conoscenze attraverso questi strumenti? il mondo cambia e bisogna adattarsi. E noi insegnanti lo sappiamo...
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