venerdì 20 dicembre 2013

Cantami, o Diva, del Pelide Achille l'ira funesta...

Il testo originale dell’Iliade è scritto in lingua greca antica.
Quella qui di seguito da me riprodotta è la traduzione nell’italiano dell’Ottocento fatta dal poeta Vincenzo Monti: le parole utilizzate risultano un po’difficili, poiché la lingua italiana dell’Ottocento non era certo snella e semplice come quella che noi siamo abituati a parlare tutti i giorni.

Traduzione poetica di Vincenzo Monti

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,

e di cani e d'augelli orrido pasto

lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa),
da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atrìde e il divo Achille.


PARAFRASI nella lingua italiana attuale

Cantami, o Musa Calliope,
della tremenda ira di Achille,
che causò moltissime perdite di vite umane (= lutti) ai Greci (= Achei),
e mandò negli Inferi (= Orco) prematuramente (=primamente) le generose anime (=alme) degli eroi
e abbandonò i loro cadaveri come pasto disgustoso/orrido di cani ed uccelli (=augelli): così si concretizzava (=s’adempia) il disegno del sommo Giove,

da quando un’aspra lite mise l’uno contro l’altro il generale dei Greci  (= il re dei prodi) Agamennone (= Atrìde, perché figlio di Atréo) e il divino Achille.

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