Il testo originale dell’Iliade è
scritto in lingua greca antica.
Quella qui di seguito da me riprodotta è la
traduzione nell’italiano dell’Ottocento fatta dal poeta Vincenzo Monti: le
parole utilizzate risultano un po’difficili, poiché la lingua italiana
dell’Ottocento non era certo snella e semplice come quella che noi siamo
abituati a parlare tutti i giorni.
Traduzione
poetica di Vincenzo Monti
Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa),
da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atrìde e il divo Achille.
PARAFRASI
nella lingua italiana attuale
Cantami, o Musa Calliope,
della tremenda ira di Achille,
che causò moltissime perdite di vite umane (= lutti)
ai Greci (= Achei),
e mandò
negli Inferi (= Orco) prematuramente (=primamente) le generose anime (=alme)
degli eroi
e abbandonò
i loro cadaveri come pasto disgustoso/orrido di cani ed uccelli (=augelli):
così si concretizzava (=s’adempia) il disegno del sommo Giove,
da quando
un’aspra lite mise l’uno contro l’altro il generale dei Greci (= il re dei prodi) Agamennone (= Atrìde,
perché figlio di Atréo) e il divino Achille.
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