venerdì 13 dicembre 2013

8^ puntata. Gym Time (di Valentina Buono)

Negli spogliatoi della palestra c’era un odore di scarpe ed umidità,  ma, di tanto in tanto, arrivavano folate di profumo, quando qualche signora si spalmava una crema miracolosa e tuttofare oppure usciva dalla doccia con addosso ancora la fragranza del bagnoschiuma.
Una moltitudine di décolleté con il tacco, stivali, parigine e ballerine- prevalentemente nei colori nero e marrone- giaceva ai piedi delle panche abbandonata: le scarpe “cittadine”erano state temporaneamente spodestate da scarpe ginniche dei più svariati tipi.  Alcune di esse non sembravano sentir troppo la mancanza delle loro proprietarie: d’altronde queste le trascuravano, lasciandole senza un velo di lucido o un colpo di spugna. - Che vita dura! Anche per le scarpe! – pensò Stella e mentre queste parole le attraversavano la mente velocemente, si sfilava i vestiti per indossare la tuta: la felpa con la mezza zip era bianca e nera, mentre il pantalone era nero e le fasciava fianchi e cosce. A Stella non era mai piaciuto indossare un abbigliamento ginnico eccessivamente attillato, poiché la infastidivano gli sguardi indiscreti di alcuni uomini, e non portava mai i capelli raccolti a coda: li fermava sulle tempie per evitare che le ciocche anteriori le ricadessero sugli occhi durante l’allenamento.
Dopo aver fatto il doppio nodo alle sue Nike, uscì dallo spogliatoio e varcò la soglia della sala attrezzi. Iniziò l’allenamento con trenta minuti di camminata veloce sul tapis roulant: il suo attrezzo preferito. Poi passò all’allenamento delle cosce e a quello dei polpacci; infine dorso e bicipiti, con i pesi da 2 Kg. A Stella piaceva molto – era una forma di narcisistico compiacimento – avere delle braccia magre e sode. Le curava molto. Inoltre, spesso, si trovava costretta a sollevare e a portare pesi e, per non forzare la schiena, le conveniva allenare braccia e addome.

Alla fine dell’allenamento, quel giorno, Stella si sentiva particolarmente stanca. Sarebbe tornata a casa, avrebbe fatto una doccia e sarebbe cascata sul letto, senza neppure cenare. Quella sera aveva voglia di abbracciare il cuscino e sprofondare sotto il piumone celeste, morbido, avvolgente. Non vedeva l’ora…

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?
What do you think about?