Occhi furbi e profondi, folti capelli castani lunghi nella parte superiore e sfumati corti verso la nuca, il tutto confezionato in un paio di vecchi jeans, un bomber marrone ed un paio di sneakers di camoscio, che un tempo eran dovute essere marroni anch'esse, ma che ora avevano assunto un colore indefinito, oltre ad esser consumate in punta. Se ne stava di fronte alla bacheca del dipartimento, con in mano un'agenda, aperta; girava le pagine e, consultando gli avvisi affissi in bacheca, prendeva appunti.
Stella, come ogni mattina, stava arrivando di corsa, per iniziare le sue ricerche filologico-linguistiche. Più si avvicinava al dipartimento e più frequenti divenivano gli incontri con colleghi, conoscenti e docenti: era tutto un salutare. Raggiunse velocemente l'anticamera del dipartimento, laddove sono collocate le bacheche delle varie discipline. Vide questo ragazzo. Per essere uno studente, le sembrò un po' avanti negli anni e, tra le altre cose, Stella non lo aveva mai visto da quelle parti. Mah! Forse era un fuoricorso, uno di quelli che spuntano una volta all'anno, in occasione di qualche appello d'esame. Stella si chiese quali esami ci fossero quel giorno. Non ne sapeva nulla. Forse si trattava di qualche appello straordinario di Epigrafia: la prof.ssa Doriani era solita fissare per gli esami date ulteriori rispetto a quelle normalmente previste. La sua era un po' pietà, un po' opportunismo: eh sì, perché fa comodo essere considerati docenti clementi e comprensivi e, una volta sparsasi la voce, il proprio corso diviene richiestissimo ed affollatissimo. Più studenti significano automaticamente maggior potere. Stella queste cose le aveva capite da sola, senza che nessuno gliele avesse spiegate. Tra l'altro, nel caso non le fossero state note, non avrebbe trovato nessuno disposto a spiegargliele. Di questo ne era certa. In università vigevano le regole del silenzio omertoso e dell'homo homini lupus. Stella lo sapeva e si adeguava all'ambiente. Faceva le sue ricerche, studiava, consultava saggi monografici, enciclopedie, dizionari etimologici, raccolte epigrafiche e papirologhe, manoscritti antichi e preziose edizioni a stampa. In alcuni giorni le ore trascorse in dipartimento volavano e Stella, presa dalle sue indagini letterarie, sobbalzava letteralmente al trillo della sirena che precedeva di dieci minuti la chiusura della biblioteca. Altre volte, invece, non le andava di restare fino alle 19, 30 rinchiusa tra le quattro mura della biblioteca e preferiva uscire verso le 17, 30: faceva un salto nelle vie del centro e poi correva per un'oretta risicata in palestra, ma solo due volte ala settimana e neanche tutte le settimane. Stella non era propriamente una sportiva. Diciamo che si obbligava a frequentare saltuariamente la palestra, poiché l'idea che i suoi muscoletti potessero prosciugarsi e la cellulite prendere il sopravvento non le piaceva. D'altronde all'epoca Stella aveva solo 25 anni. Troppo giovane per lasciare le sue ciccette (grasse o magre che fossero) in balìa della forza di gravità, non credete?
Nessun commento:
Posta un commento
Cosa ne pensate?
What do you think about?