Guardava
dalla finestra. Il cielo grigio era delineato in basso dai profili frastagliati
delle case, delle colline lontane e immobili. Fumo, nebbia. Una giornata di
novembre, chissà… chissà cosa sarebbe successo. Attendeva, attendeva ancora, da
molto, troppo tempo.
Ed ecco il trillo del
telefono. Penetrante, acuto. Si girò, di scatto, percorsa da una specie di corrente elettrica, convulsa. Con un balzo raggiunse il telefono e aprì la
comunicazione:
-Pronto?
- La
sig.na Stella De Carolis?
- Sì,
sono io, con chi parlo? – la voce le uscì stridula, dura.
-
Sono la dottoressa Pincherlo. Signorina, dovrebbe venire oggi, alle 15,00, nel
mio studio. C’è una cosa che devo dirle, ma, no, non per telefono – queste
parole risuonarono come un colpo d’ascia, in quel mattino anonimo e informe, in
cui la nebbia non voleva proprio lasciare il posto al sole. Non ancora.
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