Nelle scuole troppo di frequente, ormai, si assiste a casi di bambini, pre-adolescenti ed adolescenti con disturbi specifici dell'apprendimento, che non vengono segnalati dai genitori. La scuola in questi casi ha le mani legate e non può mettere in atto tutte quelle misure dispensative e/o facilitative destinate agli alunni con DSA. I genitori andrebbero seguiti, appoggiati ed aiutati a rilevare ed accettare i disturbi dei propri figli da una rete sanitaria più capillare e presente nella vita quotidiana di ciascuno.
Intanto, gli alunni con DSA vivono a scuola non pochi disagi, causati dalla loro lentezza, dalle loro difficoltà e spesso da limiti emotivo-relazionali che ne pregiudicano senza dubbio un inserimento sereno e proficuo all'interno del gruppo classe.
Ai docenti, ai Dirigenti e al personale scolastico non resta che barcamenarsi al meglio per il bene del singolo e del resto della classe, ma è necessario indurre i genitori degli individui con DSA a riflettere sull'opportunità di avviare i propri figli ad un percorso psicologico mirato e specifico. Non per questo i figli saranno dei "diversi": si tratta solo di un percorso finalizzato ad una loro crescita serena e ad un loro sviluppo organico e guidato.
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