Benessere. Ovvero ben-essere, stare bene. Il benessere è fisico, è psicologico e di solito entrambe le condizioni coesistono. Non per nulla i sempre saggi Romani dicevano "mens sana, in corpore sano".
Una delle condizioni necessarie per stare bene psicologicamente è trovare un equilibrio con se stessi, in maniera tale che anche le relazioni con gli altri siano positive. Con questo non intendiamo dire che stare bene con se stessi significhi conseguentemente intessere relazioni unicamente proficue, piacevoli e soddisfacenti. Significa più realisticamente riuscire ad accettare gli altri, tollerarli e non giungere allo scontro con troppa facilità e senza rendersene conto. Importante è sicuramente valutare gli aspetti positivi della nostra persona, della nostra vita per poterne trarre linfa e sicurezza. Se sorridiamo alla vita, notandone le cose belle e non solo quelle che non ci piacciono o che detestiamo addirittura, la vita ci sorriderà. Questa è una sacrosanta verità. Ma l'attitudine alla positività, dove la troviamo e come? La si può possedere in maniera innata, per inclinazione e per carattere. In questo caso si è fortunati. Non bisogna sforzarsi. Molti di noi, tuttavia, questa attitudine -fanciullescamente affascinante - non ce l'hanno. Devono costruirsela, giorno dopo giorno. Lo sappiamo: non è facile. Proprio come la scalata della felicità e del benessere.
Armiamoci, quindi, di buona volontà e cerchiamo non solo di vedere il buono delle cose, ma anche il buono nelle persone che incontriamo o con le quali ci relazioniamo. Purtroppo i nostri filtri mentali, le nostre convinzioni pregiudiziali non ci aiutano in questa operazione. Sforziamoci, perciò, di mettere da parte il nostro Io ingombrante e a volte debordante e "mettiamoci nei panni dell'altro". Ovviamente questa operazione non farà sparire del tutto e magicamente tutti quegli aspetti che degli altri e dei loro modi di fare non ci piacciono, ma ci aiuterà a vivere meglio le relazioni e non avvitarci in una spirale deleteria di rimuginii e malcelati rancori, o - ancor peggio - sentimenti di inadeguatezza e tristezza.
Inoltre, noi crediamo che stare bene con se stessi significhi:
- avere degli ideali;
- avere degli obiettivi;
- trovare soddisfazione in quello che si ha;
- trovare soddisfazione in ciò che si fa e per come lo si fa;
- riuscire ad apprezzarsi;
- sforzarsi di modificare gli aspetti del proprio carattere o della propria vita che piacciono meno o che causano maggiori difficoltà relazionali;
- non far dipendere la propria autostima dalla stima che gli altri nutrono (o che presumibilmente nutrono) nei propri confronti;
- accettare le critiche;
- aprirsi al dialogo;
- vedere il buono nelle cose e nelle persone;
- notare anche gli aspetti e/o i comportamenti negativi degli altri, ma non rimuginarvi sopra;
- discutere con atteggiamento aperto ed autocritico;
- non pensare che gli altri debbano agire o pensare esattamente nella maniera in cui ciascuno di noi lo farebbe;
- non alzare la voce per fare prevalere la propria idea o ragione;
- non offendere il proprio interlocutore;
- non atteggiarsi a vittima, anche quando si pensa di avere ragione;
- non proiettare discorsi generali sulla propria dimensione personale, sentendosi necessariamente attaccati dall'interlocutore;
- non attaccarsi ad un passato nostalgicamente trasfigurato e sempre contrapposto e migliore del presente: se il presente non piace, che si faccia qualcosa per migliorarlo.
Questi sono solo alcuni suggerimenti, che riteniamo utili per ciascuno di noi.
Per noi sono dei promemoria e servono da sprono al miglioramento. Sempre per citare la saggezza latina: "verba volant, sed scripta manent".
Nero su bianco, insomma, per visualizzare e - si spera - metabolizzare quanto detto.
Iniziamo da oggi il nostro percorso per stare bene con noi stessi e di conseguenza con chi ci sta intorno.
La strada è lunga, tortuosa ed in salita. Va percorsa col sorriso sulle labbra.
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